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La scommessa sulla radio e sulla TV Luciano Rispoli la fece fin dal 1954, anno di nascita ufficiale del piccolo schermo. Tra incarichi dirigenziali e l'ideazione conduzione di programmi di successo (Parola mia e Tappeto volante su tutti), un'intera vita nell'ambito della comunicazione, dell'intrattenimento colto e del giornalismo popolare ai più alti livelli. In quasi sessant'anni di carriera divenne uno dei volti più noti e amati. E tuttora viene sovente citato per la sua esclamazione entusiastica («Ma che belle parole!») dinanzi alle dissertazioni linguistiche del professor Beccaria. È infatti divenuta frase idiomatica. A 90 anni della nascita, il 12 luglio 1932, raccontare in questo libro la parabola professionale di Luciano Rispoli, all'insegna della passione bruciante, significa attraversare e, in alcuni casi, ribaltare la storia dei mass media. A lui si devono la proposta del primo talk show in Italia con L'Ospite delle due, l'intuizione del titolo Bandiera gialla e del format La Corrida, mentre contro il parere del direttore Leone Piccioni diede vita allo storico, rivoluzionario Chiamate Roma 3131; in tal modo aprendo il mezzo radiofonico, fino ad allora molto formale, alla partecipazione diretta del pubblico. Nacque così la radio moderna, con ricadute anche sulla TV. Ed è proprio sul piccolo schermo che Rispoli arrivò ad acquisire una vasta popolarità mai disgiunta da senso della misura, buon gusto, contenuti.